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503. Viaggio in scooter da Cochin a Mysore

Una vespa rossa si avvicina a un elefante su una strada nella foresta. a destra la scritta Cochin Mysore in scooter
Ci sono dei momenti nella vita in cui ci vuole un’esperienza che ci faccia sentire leggeri, liberi. Per me funziona bene un viaggio non pianificato, aperto alle improvvisazioni e con un pizzico di avventura.
In occasione della festa di Dussehra  mi sono regalata l’ultima vacanza free style: Cochin-Mysore in scooter.
350 km di strada tra mare, campagna e montagne coperte di foreste, attraverso parchi naturali, per arrivare in una città assaltata da turisti e curiosi...Perché in motorino? Perché sia io che Saji, mio amico e compagno di avventura, possiamo alternarci alla guida, per essere indipendenti, per sentire il sole e il vento sulla pelle, per fare un viaggio lento a contatto con la natura, con la possibilità di avvistare animali selvatici (Saji vorrebbe vedere gli elefanti da vicino).

Il viaggio è stato fantastico, valeva ogni chilometro.
 
Siamo partiti da Cochin allo scoccare della mezzanotte del primo ottobre, per evitare il traffico diurno ed essere ai piedi dei monti di prima mattina – i parchi sono aperti solo nelle ore diurne. Guidare per le strade deserte della notte mi è sempre piaciuto, tutto così quieto. Siamo stati i padroni della strada fino a Nilambur (185 km da Cochin), dove abbiamo dormito qualche ora in un albergo quando ormai stava albeggiando.

 


La mattina un bel sole ci rivela l’ambiente bucolico: case tradizionali a due piani con tetti spioventi di tegole scure, campi di riso incorniciati da palme di cocco e boschi di alberi possenti sulle colline che si fanno sempre più vicine.
Dopo poco siamo in Tamil Nadu e la strada si arrampica tra il verde lussureggiante della foresta pluviale. Quando ritorna il piano, contornato da piantagioni di tè, manca poco alla parte più eccitante del viaggio: l’attraversamento dei parchi naturali con i loro animali.

 


Saji viene subito accontentato, a pochi chilometri dall’ingresso nel parco di Madumalai un pacifico  e grosso –a me sembra grossissimo- elefante ci blocca la strada. Il motorino non mi è mai sembrato così piccolo! Adrenalina alle stelle –io, se pur estasiata, scongiuro che Saji non esprima il desiderio di incontrare una tigre!

 

 


Proseguendo la vegetazione va continuamente cambiando. Quando entriamo nel secondo parco, il Bandipur National Park (famoso per le tigri) il clima è più secco, la foresta più rada.

Procedere lenti è inebriante, i profumi delle piante (i fiori di teak hanno un odore intenso e buonissimo), i canti degli uccelli e l’onnipresente tranquillità…vorrei che la strada non finisse mai. Saji, che tra l’altro guida, riesce a scorgere gli animali con facilità sorprendente. Avvistiamo cervi nascosti tra gli alberi, scimmie che rosicchiano bambù, langur - ovvero scimmie dal pelo grigio e dal muso nero e una lunga coda- che prendono il sole al bordo della strada e antilopi (si ringraziano gli animali che hanno gentilmente posato per le foto sopra).

 


Oltre i parchi, la strada scende dolcemente e vi accoglie la campagna del Karnataka, con i campi meticolosamente coltivati a riso, grano turco e saraceno, canna da zucchero, cotone. All’orizzonte presto s’intravvede la collina di Chamundi, ai cui piedi giace Myore (155 km da Nilambur).
E’ Dussehra, il palazzo del re è illuminato da migliaia di lampadine. L’atmosfera è festosa, chiassosa e quasi irreale. Attraversare la strada è un’impresa. Diventiamo parte della fiumana che fluisce a ritmo della musica di un concerto organizzato per i festeggiamenti.

 


La mattina seguente saliamo sulla collina con il tempio della dea Chamundi e del toro Nandi e poi ci rifugiamo nella quiete del lago Kukkarahalli, in centro città. Mysore è una piccola cittadina che si sviluppa a raggio attorno al suo cuore: il palazzo reale. Lo stile è uniforme, con edifici coloniali e indosaraceni perfettamente imbiancati. C’è addirittura un piano regolatore!

 


Il sabato è il giorno della storica parata (arriverà presto un post dedicato a questa sorta di carnevale) e la gente arriva in città dalla campagna su carri trainati da trattori. Noi vagabondiamo lungo il fiume Kaveri,  prima cercando invano di vedere i coccodrilli nel parco Ranganthittu Bird Sanctuary (16 km a nord di Mysore) e poi tuffandoci con i pellegrini nelle rinfrescanti acque del fiume sacro – non si sa bene come, ma i coccodrilli, è un dato certo, non vengono mai a pascolare in questa tratta di fiume frequentata dai devoti hindu.

 


Nel poco tempo che ci rimane prima della sfilata di Dasara, visitiamo il Dariya Daulat Palace (vedi il post I palazzi di Tipu Sultan), attraversiamo ciò che rimane della sua cittadella fortificata e siamo pronti per il traffico congestionato di Mysore.

 


I cinque km di strada sui cui passa la sfilata, sono presi d’assalto dalla gente; incredibile la folla e l’entusiasmo con cui assiste alla parata. E’ davvero una grande festa.

 


La mattina seguente rientriamo, ma questa volta passiamo da Wayanad e scendiamo a Calicut per poi proseguire verso Cochin il giorno seguente (così da poter cenare al Paragon Hotel, uno dei migliori ristoranti di fascia media del Kerala).

 


Appena rientrati in Kerala, dopo essere stati salutati da tre elefantesse del Karnataka al ciglio della strada,  ci accoglie il verde intenso dei campi di riso al limitare del parco di Muthanga.  Oltre alla natura nella zona esistono anche delle tracce architettoniche del passato, come il tempio gianista (XIII secolo) a Sulthan Bathery. Il gianismo, una religione nata nel nord, fu per un certo periodo popolare anche nel sud- la traccia più evidente è il colosso di Shravanabelagola, vicino a Mysore.

 

 


Viaggiando abbiamo visto così tanti alberi, tutti quei sentieri, e non ci siamo mai potuti fermare (è proibito nei parchi per ovvie ragioni). Voglio fare una passeggiata!
Google ci fa scoprire una cascata –poco frequentata- a 14 km da Sulthan Bathery. Riusciamo a trovare il sentiero che porta alla cascata di Chethalayam –non esiste segnaletica- e chiedendo ci incamminiamo su una mulattiera in piano. Attorno ci sono alberi e prati (con tanto di bufale e capre); l’atmosfera mi ricorda la bassa montagna piemontese e mi sento a casa. Una guardia forestale ci raggiunge per rimproverarci: non si può entrare nella foresta senza permesso! Ma dove c’era scritto? L’ufficiale è gentile e ci affida a Babu, che ci accompagna alla piccola cascata –non impressionante, ma la passeggiata e il fitto della foresta in cui cade valgono la pena di arrivarci. Scopriamo come vivono da queste parti, come fanno il miele e quando sarà la festa del tempio dei tribali della zona, a cui siamo invitati l’8 di gennaio.

 


Un’ultima foto con le caprette di Babu e siamo sulla strada verso il mare. Tanti tornanti avvolti in una fitta nebbia. Per una volta sono contenta che ci sia una fila di macchine davanti e dietro. I grandi alberi coperti di rampicanti, i suoni ovattati che provengono dalla foresta, la foschia che trasforma anche il motociclista davanti in un’ombra… il paesaggio è spettrale…e piace molto ai keralesi. La gente in giornate come questa sale fin qui apposta per godersi la nebbia, che non esiste in pianura.


Il viaggio è quasi finito, dopo la lauta cena e una notte di riposo si riparte alla volta di Cochin lungo il mare.  Una bella avventura. Certo la strada è tanta, le lunghe esplorazioni attorno a Trivandrum in motorino sono state un’utile palestra. Per ora lo scooter risposa, pronto a ripartire per un’altra avventura.

 


Cochin-Mysore via Maudumalai e Bandipur Park: 343 Km
Mysore-Cochin via Wayanad:
484 km

Pillole: La parte più bella del viaggio è quella che attraversa le montagne dei Ghat Occidentali, sia all'andata che al ritorno. E' possibilie percorrerla comodamente in macchina o in autobus (sia pubblici che privati).

La strada che costeggia i parchi è aperta dalle 9 alle 18

Se si vuole spezzare il viaggio vi consiglio di pernottare a Wayanad o a Bandipur, dove ci sono possibilità di fare safari per avvistare la tigre e trekking accompagnati da guide esperte.
Bandipur National Park:
i safari sono organizzati anche dalle lodge locali (orari 6:30 AM- 8:30 AM; 4:30 PM to 6:30 PM).
Wayanad Sanctuary: orari safari 7 to 10 am & 3 to 4.30 pm, il parco è chiuso tra l'11 febbraio e il 10 aprile

 

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