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416. Nandi, il Toro

Il luoghi di Nandi, il guardiano di Shiva; enorme statua scura del toro Nandi
 
Ovunque ci sia un tempio di Shiva, trovate fuori dalla soglia, con lo sguardo attento e pieno di gioiosa devozione, Nandi –il toro.
Nandi è l’animale che trasporta il dio, ma è anche il guardiano fedele che si prende cura del dio e della sua famiglia divina, è il fedele compagno di avventure e battaglie, nonché il capo della schiera di creature della notte che formano l’esercito del dio della distruzione.

Ogni divinità è sempre accompagnata da un “veicolo” animale (vahana): Ganesh ha il topo, Durga il leone, Vishnu l’aquila, Murugan un pavaone e Shiva il toro Nandi. Il toro rappresenta la forza selvaggia, non completamente addomesticabile e la potenza sessuale –tutte caratteristiche che connotano il dio stesso.

Nella vita dell’India -antica e moderna- i bovini hanno grande importanza e già nei Veda sono considerati sacri. Non stupisce che sia quindi un toro bianco l’animale di Shiva. Secondo un mito fu proprio il dio, dalla collera facile, a condannarlo a rinascere sulla terra e servire gli uomini in seguito a un errore commesso dal povero animale.
Le statue di Nandi fanno la guardia a tutti i tempi di Shiva, ma è soprattutto nell’India meridionale –particolarmente affezionata al dio- che si trovano i Nandi più colossali e interessanti. Partiamo, rotta sud, per un viaggio fotografico sulle tracce del grande toro buono.

 


Tempio di Basavanagudi (Il grande Toro), Bangalore
Nandi a Bangalore non è semplicemente il guardiano ma il Signore del tempio a lui dedicato. Qua il toro non rivolge lo sguardo all’amato padrone ma guarda verso la città, proteggendola dalle calamità.

Un tempo, quando non esisteva ancora la metropoli, gli uomini diedero la caccia ad un animale che nottetempo rovinava le piantagioni di arachidi. Scoprirono con orrore che si trattava di un enorme toro d’oro e capirono subito che fosse un animale divino. Ma ormai era tardi: Nandi si sedette e divenne di pietra. Gli uomini presero a venerare la statua, ma questa continuava a crescere; allora gli conficcarono un grosso tridente in testa– comparso miracolosamente nei paraggi per concessione di Shiva.

Il tempio di Basavanagudi che vediamo oggi fu costruito in seguito dal re che fondò la città nel 1537. Ancora oggi i devoti offrono arachidi al Nandi del tempio, nella speranza di farlo felice -nonostante il tridente piantato in testa.

 


Tempio di Lepakshi, Andhra Pradesh
Il Nandi davanti al tempio di Lepakshi è tra i più grandi dei tori ricavati scolpendo un grosso blocco roccioso. Oltre a essere colossale è anche meravigliosamente rifinito e proporzionato. Lo sguardo è pieno di devozione. La stessa assoluta fedeltà che, secondo il mito, conquistò il dio Shiva.
Un tempo un erudito saggio pregò ardentemente il dio per poter avere un figlio a cui passare la conoscenza, senza però unirsi a una donna. Shiva gli fece trovare un bel bambino in un’ampolla nel mezzo del campo che il saggio stava arando. Il bimbo venne chiamato Nandi e crebbe saggio come il padre. Ma era destinato a prematura morte. Per cambiare la sorte Nandi si mise a praticare severa ascesi, convinto che Shiva poteva salvarlo così come miracolosamente lo aveva creato. Solo che quando, dopo anni di meditazione, il dio gli apparve Nandi dimenticò la sua richiesta perché fu preso unicamente dal desiderio di rimanere vicino a Shiva. E così il dio gli promise che sarebbero stati uniti per l’eternità, eleggendolo a proprio veicolo, guardiano e capo delle schiere.

Storicamente il tempio e la statua del toro sono stati costruiti a metà del XVI d.C. da due capitani a servizio dei regnanti di Vijayanagara –i re che edificarono la città di Hampi. Lepakshi si trova a circa 120 km da Bangalore.

 


Il grande tempio di Tanjore (Tamil Nadu)
Un altro Nandi gigante è quello che si ammira di guardia all’antico tempio Brihadishvara a Tanjore, edificato dai re della dinastia Chola per ringraziare il dio Shiva e commemorare le numerose vittorie.
Al re Chola che fece costruire il tempio piaceva fare le cose in grande, ma in realtà la statua di Nandi che si ammira oggi all’interno di un pregevole padiglione con colonne tornite e soffitto affrescato, è di epoca posteriore: sostituito dai Nayak nel XVIII d.C (mentre il tempio e il Nandi precedente sono dell’XI).

Prima di entrare nei templi e rivolgersi direttamente a dio, si usa girare attorno alla statua di Nandi e sfiorargli la gobba pregandolo di intercedere e facilitare la realizzazione dei desideri.
È probabile che i re guerrieri Chola avessero domandato di diventare invincibili, come Shiva che a fianco di Nandi sconfigge i nemici più potenti –perché grandi sono state le loro conquiste, di successo le spedizioni mercantili e maestose le opere d’arte che ci hanno lasciato.

 


Chamunda Hill, Mysore
Salendo i mille scalini di pietra voluti dal Maharaja di Mysore nel XVII d.C, nell’ascesa della collina di Chamundi, si raggiunge un maestoso e quieto Nandi –di pietra naturalmente! La statua fu commissionata dallo stesso re, interamente scolpita in una roccia. Poco distante il piccolo tempio-grotta dedicato al signore Shiva.

Per raggiungerlo dalla piana si impiegano circa 40 minuti o se preferite potete decidere si scendere dal tempio sulla collina, dopo circa 20 minuti trovate Nandi. Non ci sono pullman, se non avete un mezzo autonomo non vi resta che camminare.
Probabilmente Nandi apprezzerà lo sforzo fisico, visto che è un amante della danza –adora soprattutto accompagnare con il tamburo la danza cosmica di Shiva- e si dice che sia stato proprio lui a insegnare la virile danza tandava al saggio Bharata Muni, affinché l’arte scenica compresa nel trattato del Natyashastra potesse essere completa. 

 


Tempio di Hoysaleshvara, Halebidu (Karnataka)
L’ultimo colossale Nandi del nostro viaggio fotografico è a Halebidu, in Karnataka. La statua ha un’espressione un po’ birichina, forse gli scultori stavano pensando alla storia di Nandi arbitro della sfida ai dadi tra Shiva e Parvati.
Dopo molti anni di gioco Parvati vinse palesemente la partita, ma Nandi proclamò vincitore il suo amato Shiva. La dea si infuriò e lo condanno a morire di malattia tra mille sofferenze, ma leggendo l’amore incondizionato del toro per il marito ritirò la condanna a patto che il toro donasse qualcosa di molto prezioso al figlio Ganesh durante la sua festa (il toro gli offrì la sua erba preferita).

Il Nandi di Halebidu, antica capitale dei regnanti Hoysala, è del XII d.C e ha un fratello gemello collocato davanti a un altro ingresso del tempio di Hoysaleshvara, naturalmente dedicato a Shiva -e finanziato dagli adepti della setta shivaita in competizione con i devoti del dio Vishnu che avevano fatto costruire il tempio Chennakesava di Bellur.

 Crediti


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