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375. Ti sei lavato i denti?

un indiano si lava a secchiellate

L’igiene non è esattamente rassicurante in India. Eppure gli indiani ci tengono moltissimo all’ordine e alla pulizia. Pensate che il caldo tropicale mi abbia dato alla testa?

Lo avrei pensato anch’ io i primi tempi che ero qua. Oggi i principali aeroporti internazionali traggono in inganno, con le grandi vetrate, i bagni impeccabili e le comode poltrone trendy (atterrate a Bangalore e poi fatemi sapere che impressione ne avete), ma qualche anno fa fin dal primo passo a terra a New Delhi gli odori e la vista annunciavano immediatamente la scarsa attenzione alla pulizia. E la strada dall’aeroporto all’albergo ancora oggi mostra immondizia buttata per strada, canali di acqua putrida, facciate di edifici fatiscenti e via dicendo. La lista dello sporco potrebbe continuare per ore.


Eppure.
Tra gli angoli polverosi delle case, i vetri delle finestre che da mesi avrebbero bisogno di una ripassata, sulle rampe di scale in edifici pubblici che sembrano dimenticati dalle imprese di pulizie e per le strade che a tratti puzzano come urinatoi si muovono schiere di indiane con i capelli ordinatamente spartiti sulla fronte, braccialetti coordinati ai vestiti perfetti e uomini dai baffi curati con indosso camicie stirate infilate in pantaloni con la piega.
Persino le donne delle baraccopoli, le operaie ai bordi delle strade danno un’impressione di cura, nel limite del possibile, di pulizia. Salendo sulla metropolitana a Mumbai, stipati in stracolmi pullman in centri minori nelle calde giornate di sole si nota che le persone puzzano meno di quanto ci si aspetterebbe. Forse il sudore indiano ha un odore meno sgradevole di quello occidentale, ma parte del mistero si risolve osservando le abitudini igieniche della gente.


Nessun indiano che si rispetta uscirà mai di casa la mattina senza avere fatto un accurato bagno –magari l’acqua è poca e di qualità discutibile, ma lavarsi è un’abitudine dovuta. Non ci sono scuse che reggono. Né la temperatura rigida, né la mancanza di riscaldamento in casa o di caldaie per l’acqua. Nemmeno la mancanza di un bagno a casa -molto spesso si vedono persone lavarsi nei fiumi o alle pompe d'acqua pubbliche.


In Rajasthan l’inverno è rigido, ma nelle mattine di nebbia con temperature che non superavano i dieci gradi, le ragazze a cui insegnavo si presentavano a lezione alle sette del mattino profumate di sapone e coi capelli umidi negli scialli di lana. E senza pudore mi chiedevano “Madam oggi non ha lavato i capelli?” o ancora più direttamente “Ha fatto il bagno?”. Io il bagno lo facevo puntualmente -senza aspettare le 9 quando la lezione finiva e il primo sole cominciava a scaldare l’aria dissipando l’umidità e il freddo- più per poter rispondere affermativamente che per convinzione. A casa mia c’era l’acqua calda, nei collegi delle ragazze non sempre. E se proprio non riuscivano a lavarsi, per il troppo freddo, allora saltavano la lezione (ma succedeva raramente).

 

Non stupitevi dunque se qualcuno in India vi chiede, senza scrupoli, se vi siete lavati i denti o fatti la doccia. È pura curiosità. Spesso non lo chiedono per educazione, dando per scontato che siete stranieri e, quindi, tendenzialmente zozzoni e trasandati… per cultura!
Sporchi perchè usiamo la carta igienica e non l'acqua, perchè ci soffiamo il naso nei fazzoletti che mettiamo in tasca e perchè non sempre sembriamo lavarci come ci si aspetta.

Sicuramente sudiamo molto in questo caldo e il nostro odore è più intenso, ma sulla trascuratezza non ho molti dubbi. Viaggiando in India ci sentiamo in vacanza, fa caldo, siamo rilassati, lontani dal luogo di lavoro dove dobbiamo presentarci in un certo modo e finalmente possiamo esser comodi anche nell’abbigliamento. Liberissimi. Sappiate che non passate inosservati. Guardate qualche film indiano in cui ci sono comparse occidentali e vedrete come siete visti dagli indiani che al decoro fanno sempre attenzione.


Per emulare le abitudini dell’indiano medio non dovete cercare il fiume sacro più vicino, o la piscina del tempio per fare un’abluzione purificatrice. Il bagno dell’albergo è più che sufficiente. Appena svegli lavatevi i denti – operazione che normalmente si ripete solo la sera prima di andare a dormire- e raschiatevi la lingua con lo strumento apposito. Per lavarvi dovete rinunciare alla vasca (presente solo negli alberghi di lusso e mal vista dagli indiani che considerano lavarsi nell’acqua che raccoglie la nostra sporcizia un poco bizzarro), no anche alla doccia: nel bagno c’è un grande secchio con dentro uno più piccolo e un piccolo sgabello. Sedetevi sullo sgabello e “secchiellatevi” a piacimento. Così, dicono qua, si controlla meglio la quantità di acqua e ci si lava con maggior efficacia. Il sapone più schiumoso è da prediligere. E non vanno dimenticate le orecchie.
Nell’arco della giornata le mani e la bocca vanno lavate con cura prima e dopo i pasti. E la sera un’altra lavata, durante la quale si consiglia di lavare anche la biancheria intima usata nella giornata.
Tutto lo sporco che vi circonda ignoratelo, non è affare vostro. Camminate sicuri: il mondo esterno puzza, voi no.

 Crediti

Kolkata street shower di Jorge Royal; Street Bathing di MM; Truck bath di Mckay Savage; Toothbursh man di Huv Thomas

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