420. Uniti contro le autorità
India- Giappone: si rinforza l’asse
Apriamo la rassegna settimanale con una notizia di politica estera.
Negli scorsi giorni a New Delhi si sono tenuti infatti i colloqui tra il primo ministro giapponese Shinzo Abe e Gautam Bambawale, segretario del ministero degli Esteri indiano. Dopo la visita diplomatica, l’asse New Delhi-Tokyo ne è uscito rinforzato con grande soddisfazione di Bambawale, che ha dichiarato: “Anzitutto vogliamo la tecnologia giapponese. In secondo luogo vogliamo i capitali giapponesi, investimenti nel nostro paese. Terzo, aspiriamo alle moderne tecniche di management nipponiche.” A quanto pare un ottimo inizio per rispondere alla sfida economica e strategica posta dalla Cina.
Il clero e il popolo non ci stanno.
Le elezioni generali di maggio si avvicinano e il subcontinente diventa teatro di scontri e proteste contro la politica locale.
Dure le parole del Monsignor Yvon Ambrosie, Vescovo di Tuticorin, che afferma: “L’India ha bisogno di politici onesti, che si dedicano con zelo al servizio, che si adoperano per una nazione libera dal crimine, priva di discriminazioni, dove non si soffre di fame, e libera dal demone della corruzione.”
E le proteste non finiscono qui. Negli scorsi giorni infatti un giovane - dopo aver rapinato una gioielleria – ha dichiarato: “L’ho fatto per pagare l'intervento a mio cugino malato di poliomielite, per i miei studi e per sfamare la mia famiglia. Ora andrò in galera per un solo furto. Invece i politici rubano da cinque anni e non pagano mai nulla".
Non ci resta che sperare che con le elezioni di maggio i disagi dovuti a malgoverno, cattiva amministrazione, truffe , scandali e corruzione diventino un lontano ricordo.
India ancora anti-gay.
Vi avevamo già raccontato della decisione della Corte Suprema indiana di rendere l’omosessualità un reato. Dopo le proteste presentate dalla comunità gay, nei giorni scorsi la Corta Suprema si è mostrata irremovibile e ha respinto il ricorso contro il tristemente celebre articolo 377 del Codice penale indiano che punisce i rapporti sessuali «contro natura». Immaginabile la reazione di protesta della comunità gay, che ha organizzato una manifestazione a India Gate, uno dei luoghi simbolo degli attivisti indiani a New Delhi.