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386. L'omosessualità è fuori legge

illustrazione con stilizzata una coppia di uomini e una di donne e un grosso divieto

Ieri la Corte Suprema della più grande democrazia del mondo ha ristabilito che chi è “colpevole” di essere gay debba essere punito dalla legge, dopo che nel 2009 l'Alta Corte di Delhi aveva legalizzato l'omosessualità, depenalizzandola con una sentenza che abrogava la legge coloniale in vigore in materia di omosessualità–vecchia 153 anni, più dell’India stessa.


Gli ultimi quattro anni avevano aiutato gay, omosessuali e transessuali a uscire allo scoperto e a credere nei propri diritti in una società molto conservatrice e tendenzialmente omofobica. Le associazioni per i diritti dei gay sono scese per strada e hanno risposto sui social media per protestare contro la decisione dei giudici che fa ripiombare l’India, in materia di libertà sessuale, nel medioevo.


A credere nella necessità di dichiarare invalida le sentenza dell'Alta Corte del 2009 sono politici, esponenti religiosi e attivisti sociali. Le motivazioni? Le più svariate:
“L’omosessualità è contro la cultura Indiana”
“La decriminalizzazione porta all’aumento della prostituzione maschile”
“Nuoce agli interessi dei cristiani”
“La sodomia è vietata nell’Islam”
“La decriminalizzazione dell’omosessualità mette a repentaglio la sicurezza della nazione, perché i soldati si metteranno a fare sesso tra loro”
Un discusso guru dello yoga televisivo, a favore della decisione della Corte Suprema, si è proposto di “curare l’omosessualità con lo yoga”.


La decisione di ieri rispecchia una società conservatrice e repressiva nei confronti del sesso in generale -anche quello tra eterosessuali se avviene fuori dal matrimonio- preoccupata di mantenere l’ordine sociale sacrificando libertà individuali e l’amore. Gli omosessuali e i transgender non hanno quindi vita facile.
Dichiararsi, trovare un compagno di vita ed essere accettati è una dura battaglia, che solo pochi hanno la forza e i mezzi per affrontare. Negli ultimi 150 anni tuttavia meno di 200 persone sono state legalmente punite per omosessualità e atti sessuali contro natura.


L’omosessualità si tollera, purché sia tenuta rigorosamente nascosta e ci si sposi comunque. A giudicare dalle statue erotiche nei templi non si direbbe che la cultura indiana sia sempre stata così contraria ai rapporti gay. Le antiche scritture sono ambigue in proposito e il trattato di erotica più completo dell’India, il Kamasutra, non fa menzione dell’omosessualità.
I transessuali sono parte della cultura e della mitologia dell’India fin dall’antichità. Esistono comunità di bisessuali, gli Hijira, riconosciuti, temuti e…emarginati –si dice solamente in seguito alla colonizzazione inglese che li criminalizzò.
Le battaglie per i pari diritti umani stanno dando qualche frutto: il primo dicembre di quest’anno per la prima volta un transessuale ha partecipato a un esame statale per un lavoro governativo, nel 2000 un hijira è stata eletta in parlamento e dal 2009 c’è la possibilità di scegliere l’opzione “Altro sesso” sui documenti di identità, certificati di nascita e certificati elettorali.
Dovranno tutti coloro che si sono dichiarati omosessuali o hanno una carta di identità come terzo sesso ritrattare e rifare i documenti per non finire in prigione?

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