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162. Il venditore di saggezza

una porta verde e un muro giallino, su cui c'è la scritta

C’era una volta in Gujarat un uomo molto affezionato al suo unico figliolo. L’uomo morì lasciando il povero figlio senza di che vivere. Il ragazzo prese a lavorare come scriba, ma i soldi che portava a casa bastavano a mala pena a togliersi la fame. “Ci deve essere un modo per vivere meglio” pensava e ripensava il giovane finchè gli venne un’idea: avrebbe venduto saggezza, un bene di cui tutti hanno bisogno!
Detto fatto, affittò un piccolo negozietto, comprò carta, calamaio e inchiostro nero. Su una grande insegna scrisse ‘VENDESI SAGGEZZA’ e aprì bottega. I primi giorni solo alcuni passanti entrarono nella sua bottega a curiosare. Non era molto, ma non si dette per vinto.
Poi finalmente un giovane che aveva il denaro di suo padre, ma non il buon senso di sua madre, gli chiese: «Quanto pesa la saggezza?»
«Non si può comprare a peso, è troppo costosa», rispose il venditore «ma se ne può comprare un buon pezzo per una rupia». Senza esitare lo stolto ne ordinò una rupia. Il venditore prese un foglio e vi scrisse un consiglio saggio con calligrafia fiorita. Ripiegò il foglio e lo consegnò dicendo: «Porta a casa questa perla di saggezza di gran valore». Il giovane stolto fece ritorno a casa e mostrò il suo formidabile acquisto ai genitori.
«Che sciocchezza è mai questa?» sbottò la madre «Che cosa c’è scritto?». Il figlio lesse: «Non ci si deve mai fermare a osservare due persone che litigano». Il padre dello stolto andò su tutte le furie per lo spreco di denaro e il giorno seguente pretese dal venditore di saggezza la restituzione della rupia. Il ragazzo acconsentì, a patto di riavere la sua saggezza, il figlio stolto non avrebbe mai dovuto seguire il consiglio restituito.
Alcuni giorni dopo lo stolto incontrò due donne che litigavano per dei fiori e si fermò a osservarle, come pattuito. Le donne lo notarono e lo coinvolsero nella disputa. Le ragazze lavoravano per due potenti famiglie reali e il giorno seguente i patriarchi di entrambe le famiglie minacciarono lo stolto di testimoniare a loro favore, pena la morte.
La situazione era molto grave. Il padre corse al bazar dal venditore di saggezza e sborsò 50 rupie per un pezzo di saggezza: “Lo stolto in tribunale pretenda di aver perso la memoria”. Così fece il giovane davanti al giudice, salvandosi la vita ma rovinandosi la reputazione.
Il padre tornò alla bottega per comprate altra saggezza. «Adesso il prezzo è salito a cinquecento rupie» disse il venditore «la saggezza non è più a buon mercato!» L’uomo pagò e ricevette un altro consiglio: “Un giorno che il re è di buon umore gli si mandi il figlio a raccontare tutta la verità”.
Alle parole dello stolto il re si fece una grassa risata e chiamò a corte il venditore per avere della saggezza, che comprò per centomila rupie. Sul biglietto c’era scritto: “Bisogna pensare sempre molto a lungo prima di agire”. Queste parole gli piacquero così tanto che le fece dipingere sulle pareti del palazzo.
Passarono i giorni e il re cadde malato. Il primo ministro, che cospirava per diventare sovrano, pagò il dottore affinché avvelenasse il re. Proprio mentre stava per bere il veleno, il re alzò gli occhi e vide il consiglio sul muro. Lentamente ripose la tazza e si mise a pensare. Il medico, credendo che il tradimento fosse stato scoperto, in preda al panico si buttò ai piedi del re per chiedere clemenza. Il re fece bandire dal regno il primo ministro, punì il dottore corrotto e, naturalmente, premiò lautamente il venditore di saggezza.
Ricco a sufficienza da potere elargire i suoi saggi consigli gratuitamente, il ragazzo diventò uomo e visse felicemente per molti anni. La sua saggezza fu di aiuto a molti, grandi e piccoli, ricchi e poveri, giovani e vecchi. La storia del saggio consiglio che salvò la vita del re fece il giro del mondo, provando che la saggezza ha grande valore… e non ha prezzo.



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