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118. Delhi, sette volte capitale

Cortile interno della Jama Masjid, la moschea più grande di Delhi
 
New Delhi, capitale dell’India dal 1947, ti soffoca con il suo traffico umano e ti respinge al primo incontro con il clima estremo. Ma superato il primo shock si scopre una città d’arte dal cuore antico, con testimonianze di epoche vicine e lontane, stagliate contro il cielo nei posti più inattesi. A Delhi si trovano a un isolato di distanza medioevo e modernità, metropoli e villaggio, nord e sud, mercati e luoghi dello spirito, confusione e quiete. Basta decidere cosa cercare. La città è grande (venti milioni e quattrocentocinquantamila abitanti), girarla tutta è praticamente impossibile per un turista, anche se è più facile da quando c’è la metropolitana. Scegliete e partite: due o tre giorni sono sufficienti per avere un assaggio di Delhi, lasciando il resto al prossimo viaggio mentre proseguite verso altre destinazioni meno metropolitane. Alcuni spunti.
 

 


La Delhi dei Sultani
Verso il 1200 Delhi diventa la capitale del Sultanato, fondato dagli invasori afghani che avevano conquistato l’India del nord. Sul trono di Delhi si alternarono, nei successivi 150 anni, cinque dinastie. Ognuna ha lasciato, disseminate nella parte sud della città, tracce dello splendore dell’epoca. Il Sultanato ha il merito di avere introdotto in India nuovi stili artistici e architettonici (l’arco e la cupola per esempio) che si fusero armoniosamente con quelli indiani, dando vita a squisiti esempi di arte islamica-indiana.
Il complesso del Qutub Minar è il sito più significativo del periodo – più visitato del celeberrimo Taj Mahal! La moschea Masjid-i-jami è la prima del nord dell’India, costruita, si dice, con materiale ottenuto dalla distruzione di ventisette templi hindu. Era utilizzata per le adunanze pubbliche e per affermare la supremazia militare e politica dei nuovi regnanti. Per celebrare la vittoria fu anche edificato il Qutub Minar, una torre alta 72 metri, oggi patrimonio dell’UNESCO. Altri monumenti del Sultanato sono la tomba di Firuz Shah Taghlag in Hauz Khas; la tomba di Barah Khamba e le tombe all’interno dei giardini di Lodi .

 


La città dei Moghul
Babur, il fondatore della dinastia dei Moghul, conquistò e saccheggiò Delhi nel 1526, ponendo fine al Sultanato. Delhi divenne così una delle capitali del regno dei grandi Moghul. La maggior parte della Delhi Moghul si deve all’imperatore Shah Jahan. Il re trasferì la capitale da Agra a Delhi, progettando e costruendo in poco tempo Shahjahanabad, comunemente conosciuta come vecchia Delhi. Ancora oggi, a secoli di dincendi e saccheggi di distanza, la città moghul stupisce per la raffinatezza delle opere d’arte che sono sopravvissute, circondate dal degrado attuale. All’epoca la città doveva essere una gioia per gli occhi.
I monumenti più famosi sono il grandioso Forte Rosso, con cui Shah Jahan intendeva mostrare al mondo tutta la potenza moghul e la Jama Masjid, la grande moschea delle adunanze davanti al forte.
Di epoca precedente, voluto da Akbar, è il mausoleo di Humayum, nella zona sud. Una visita vi farà capire cosa si intende per architettura sublime, frutto di secoli di incontro tra arte islamica e hindu.

 


New Delhi, la capitale
Gli inglesi decisero di fare di Delhi la capitale dell’impero nel 1911. L’architetto Sir Edward Lutyens fu incaricato della pianificazione. Delhi indossa con disinvoltura lo stile coloniale, con palazzi porticati dipinti di bianco candido e bungalow inseriti in giardini lussureggianti.
Cuore della Delhi britannica è l’India Gate, imponente arco su Rajpath, un lungo viale con giardini e fontane fiancheggiato dagli edifici parlamentari. Altre architetture coloniali le trovate a Connaught Place (cuore della città e principale stazione della metropolitana) e il Rashrapati Bhawan, residenza del presidente della democrazia più grande del mondo.

 


Delhi, crocevia di religioni
Delhi è tutta l’India in miniatura. Tutte le religioni indiane hanno i loro luoghi di culto in città. Alcuni sono interessanti come centri di religiosità vissuta, altri hanno anche un notevole valore artistico. Per i musulmani la moschea più importante è la Jama Masjid (XVII sec), dove ogni venerdì si radunano per le preghiere un numero incredibile di persone. Spettacolare è anche il tempio dei Sikh, il Gurudwara Bangla Sahib, con le cupole dorate che si rifletto nell’acqua della piscina sacra. Di recente costruzione, 2005, ma di stile classico hindu è l’Akshardham Temple sulle rive della Yamuna.Interessante per la mancanza di una religione è il tempio del Loto, un enorme edificio a forma di loto dove chiunque può recarsi per rivolgere la mente a dio, senza che vi sia alcun simbolo o idolo religioso.

 


Delhi, che affare!
Delhi è anche il paradiso dello shopping. Negozi d’artigianato da ogni parte dell’India, mercati di vestiti, mercati delle pulci, centri commerciali e, soprattutto, i vivaci bazar aggiungono una nota colorata alla visita della città e faranno sì che, se non vi moderate, preparare la valigia diventi un'impresa. Niente panico: dietro l’angolo troverete anche il negozio dove comprarne una più grande!
I bazar della Delhi vecchia meritano una visita anche se non siete amanti dello shopping. Vicoli stretti, tanta gente e movimento. Prendetevela con calma, la zona è estesa ed è facile perdersi. Dilli Haat è ideale per chi ama l’artigianato esotico e a Sarojini Market, se siete bravi a contrattare, potrete rifarvi il guardaroba a poco prezzo. Più centrali il mercato di Janpath e il sotterraneo Palika Bazar.

 


Delhi, la quiete all'ombra degli alberi
Dopo le visite e lo shopping vi sentite un po’ spossati? Delhi vi concede angoli dove riposare all’ombra di alberi in fiore. Nella zona meridionale ci sono alcuni giardini dove trascorrere qualche ora in pace o fare passeggiate mattutine senza rischiare di essere schiacciati da un riksho, l’ape taxi. Polmoni verdi per una metropoli attanagliata dal problema dello smog.
I Lodi Garden non sono un semplice prato: sono fontane, fiori e foreste in miniatura, e tra una panchina e l’altra le splendide tombe dei Sultani. Stessa commistione di architettura e verde anche nel giardino delle rose di Hauz Khas e Deer Park. Proprio dietro Connaught Place il giardino astronomico di Jantar Mantar, a fare ombra non sono le piante ma gli strumenti in muratura voluti da un re di Jaiupur per osservare gli astri.

Crediti immagini

Immagini con con licenza Creative Commons License :

Jama Masjid (copertina) di Dimitry B.

Mausolei dei Sultani di Koshi

Forte Rosso, interno di Christopher John

India Gate di Wonker

Lotus Temple di Startracker

Janpath market di Michael Vito

Lodi Garden di Geoff Stearns

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