91. Matsya, Manu e il grande diluvio
Questa storia è accaduta in un’altra era, molti molti secoli fa ed è raccontata per la prima volta nel Shatapatha Brahmana:
Manu era un uomo saggio e viveva nella foresta. Un giorno mentre si lavava nel fiume un piccolo pesce, Matsya, gli saltò tra le mani.
Allora Manu lo mise in un lago dove il pesce nuotò felice per qualche tempo, ma presto anche il lago si fece troppo piccolo.
“Padre Manu, portami sulle montagne dove scorre il Gange, là starò bene”. Così Manu si mise in cammino e arrivato sulle rive del sacro fiume liberò il pesce. Anche nel Gange Matsya continuò a crescere, così tanto che perfino il fiume non aveva più acqua da offrirgli.
Allora Manu portò il pesce al mare.
Nell’oceano Matsya trovò spazio a sufficienza, anche se continuava a ingrandirsi a vista d’occhio. Prima di scomparire nelle profondità delle acque disse a Manu: “Non scorderò le cure che mi hai offerto e del tuo buon cuore. Ascolta, presto Brahma il creatore si addormenterà e un enorme diluvio distruggerà la terra. Costruisci un’arca abbastanza grande da accomodare un seme di ogni tipo e i sette Rishi, i saggi asceti che vivono da sempre sulle montagne. Quando il cielo diventerà nero e la pioggia comincerà a cadere ininterrotta entrate nella barca e aspettate. Io arriverò con l’acqua che sale dall’oceano. Lega l’arca alla pinna sulla mia schiena e vi condurrò in salvo”.
Manu fece come il pesce aveva spiegato e quando arrivò il diluvio universale per anni e anni la sua arca navigò sulle acque in tempesta. Quando tornò il sole non c’era che un’infinita distesa di acqua. Il pesce condusse Manu sulla cima dell’Himalaya, unica parte della terra non sommersa dal mare. Dopo qualche tempo l’acqua cominciò a scendere, finché di nuovo la terra comparve. Fu così che Manu sopravvisse al grande diluvio e con l’aiuto del pesce Matsya, che era un’incarnazione divina, e i sette saggi ripopolò la terra, diventando il padre dell’intera umanità.