167. Lala Bhaat: una vita appesa ai fili
Un giorno di autunno di nove anni fa ho conosciuto Lala Bhaat. Seduto a terra con un pezzo di legno tra i piedi, tra segatura e teste scolpite a Shadipur Depot, un quartiere occupato nel cuore di Delhi, un villaggio di baracche compresse in poco spazio. Shadipur Depot è una piccola –inusuale- India: c’è la zona degli addestratori di scimmie, dei prestigiatori, quella degli acrobati e saltimbanchi… La zona centrale e più vecchia è Kathputli Colony-la terra delle marionette rajasthane. Qui abita Lala con la sua famiglia.
Sono arrivata a Shadipur inseguendo i fili mossi da Mohan Lal anni prima in un teatro a Torino (diretto da Roysten Abel), per caso più che per decisione. Lala a Kathputli Colony ci è nato e cresciuto, così come i suoi nove fratelli e sorelle. Io sono rimasta sei mesi, vivendo quotidianamente a contatto con un’umanità intensa e generosa. Lala dal villaggio slum è uscito per lavorare in Rajasthan e quindi in Francia, dove attualmente collabora alla produzione teatrale del Cie de l’écrin.
Quando sono arrivata a casa di Naurang Bhaat stavano completando delle piccole kathputli per un’associazione irlandese (a cui era destinato anche un video su Kathputli colony). Padre e figlio scolpivano e preparavano i corpi di cotone imbottito di lana, mentre mamma e sorelle si occupavano dei vestiti e della decorazione. Lala non parlava inglese, ma voleva imparare. Così mi ritrovai a insegnare inglese e imparare a scolpire.
"Con la volontà gli obiettivi difficili diventano semplici", il motto preferito di Lala, mi ritorna in mente spesso come simbolo della sua stessa vita. Lala ha continuanto a studiare inglese, tanto da riuscire a intrattenere un minimo di conversazione e insegnare a costruire una kathputli a chi non parla hindi. Parlare inglese gli ha dato la possibilità di lavorare per un’associazione francese a Udaipur. Con la sicurezza e una maggior esposizione al mondo fuori dalle mura domestiche Lala ha potuto inseguire un altro sogno: muovere le marionette.
Come Lala negli slum indiani sono in molti, pieni di talento, energia e voglia di costruire un futuro diverso in cui portare avanti l’antico patrimonio culturale, innovandolo. Non tutti ce la fanno.
Il destino di Shadipur è incerto: un progetto di riqualificazione urbana minaccia di cancellare il quartiere - lo sgombero potrebbe iniziare in qualsiasi momento. Lala non è troppo preoccupato, forse l’abitudine a vivere giorno dopo giorno allontana l’ansia per il futuro. Ma sogna di costruire una casa fuori Jaipur, dove già si è stabilita parte della sua famiglia, non appena riuscirà a mettere da parte abbastanza soldi- cosa non facile con i prezzi alle stelle nell’India dell’espansione urbana ed economica.