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308. Un ponte per imparare

uno sfondo nero, simile a una lavagna, con la scritta in gesso bianco: La scuola sotto il ponte

A volte i problemi sembrano così insormontabili, così enormi, da rinunciare a provare a risolverli. Ma c’è chi non si lascia prendere dalla sconforto e affronta la situazione con i pochi mezzi che ha a disposizione.
In India l’istruzione è un enorme mulino a vento: dopo decenni di indipendenza che aspira a una universale e gratuita istruzione, oggi i genitori riconoscono l’importanza delle scuola e vogliono mandarci i figli, ma i bambini che studiano nelle scuole statali –gratuite- spesso imparano scarsamente a leggere nella propria madre lingua e a svolgere basilari calcoli matematici, l’inglese rimane un miraggio. Non ci sono abbastanza insegnanti, scarseggia la preparazione e mancano le aule. Delusi molti studenti si ritirano dopo i primi anni, spegnendo la speranza per un futuro migliore.


Solo a Delhi, nelle baraccopoli, nei cantieri edili dove vivono con la famiglia gli operai provenienti dalle campagne, tra gli immigrati in cerca di lavoro a Delhi di bambini desiderosi di imparare ce ne sono tanti, come tanta è la frustrazione.
Una mattina di qualche anno fa Rajesh Kumar, proprietario di un piccolo negozio, ha notato i bambini giocare sotto una sopraelevata della metropolitana. Con la sola idea di volerli aiutare a studiare Rajesh si è presentato ai genitori chiedendo il permesso di fare lezione ai figli. La risposta è stata entusiasta: i bambini volevano imparare, anche quelli che frequentavano classi regolari sovraffollate con insegnanti quanto meno disperati (quando non assenti). Il ponte è diventato una scuola a cielo aperto, il cemento una lavagna, teli di plastica stesi per terra l’aula e i negoziante un maestro. Non è una scuola, l’istruzione è informale, ma i bambini sostengono di imparare molto, e –soprattutto- la speranza si è riaccesa.
La scuola-ponte (si veda il servizio fotografico dell’Indian Express) non è "la Soluzione" del problema, per i bambini che la frequentano è però la sola alternativa all’analfabetismo. Kumar fortunatamente non è il solo, numerose associazioni non profit sono attive nel settore dell’istruzione primaria, con progetti ben strutturati (la rivista Tehelka ha dedicato al tema un numero speciale, se volete conoscerne alcune). 

Accettare una situazione che sembra immutabile non è la sola possibilità, Rajesh insegna che anche i piccoli obiettivi, raggiungibili con le proprie forze, hanno un grande valore.

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