La cultura del caffè sta diventando una nuova tendenza in India, paese che preferisce sorseggiare il thè. Il consumo del caffè è aumentato del 3% nell’ultimo anno rispetto al 2010 e la crescita nel decennio 2001-2011 è stata del 5,7%, dicono i dati dell’International Coffee Organisation. Gli Indiani hanno bevuto oltre una tonnellata di caffè, ma il consumo pro-capite è di appena 82 grammi, poca cosa rispetto ai 5,7 chili degli italiani.
Bere il caffè non è un’abitudine, se non in alcuni stati meridionali. Il caffè si sorseggia prevalentemente nei locali pubblici dove conta l’ambiente e l’occasione sociale più che l’amore per il gusto della bevanda, quasi sempre servita con latte e abbondante zucchero. Per chi cerca un’atmosfera semplice, di gusto indiano, il posto giusto è uno dei popolari Saravana Bhavan o Udupi Cafè. I giovani preferiscono locali dal look più moderno e occidentale come il Cafe Coffee Day e Barista.
Nel sud dell’India però si possono gustare caldissimi
kapi (tazzina di caffè) in ogni strada.
La storia della pianta in India inizia proprio nel sud: circa quattro secoli fa un leggendario pellegrino indiano, Baba Budan, tornò dalla Mecca portando clandestinamente sette semi magici (altri sostengono che fosse un maestro sufi e venisse dallo Yemen) e li piantò sulle colline di Chandragiri in Karnataka. Da allora il caffè ha continuato a crescere, diventando merce d’esportazione per gli inglesi nel 1840. Oggi l’India è il sesto esportatore di caffé qualità arabica e robusta (21,75% delle esportazioni dirette all’Italia nel 2011). La crescente sete di caffè, soprattutto della fascia giovane di ceto medio-alto, fa gola agli
investitori, non solo indiani. Nelle maggiori città sono presenti catene straniere come la Britain’s Costa Coffee e l’American Coffee Bean. Prossimamente dovrebbe lanciarsi anche l’americana Starbucks, che da anni osserva l’India e sembra decisa a proporre prodotti pensati per il gusto locale.
Oltre alla fama della bevanda a crescere nell’ultimo anno sono stati anche
i prezzi, con punte del +20%. Se nel 2010 un caffè in un locale con aria condizionata (tipo Udupi) costava dalle 15 alle 18 rupie e in un bar delle grandi catene 70 rupie, oggi i prezzi variano dalle 25 alle 80 rupie. Per controbattere il rincaro e mantenere i clienti molti baristi hanno ridotto la misura della tazza. Ora si può optare per un mini-espresso o un mini-capuccino in un Cafe Cofee Day, spendere 22 rupie e usufruire del locale per incontrare gli amici. Pare che la tendenza sia penetrata in Tamil Nadu, dove il caffè è una tradizione.
Mini-kapi per chi non vuole rinunciare all’aroma, nemmeno i tempi di crisi.
Crediti
Foto in copertina: Filter coffe di Charles Haynes
con licenzaÂ
Pianta di caffè e Jungle Cafè di Paolo Donalisio, fotolive.pd@libero.it