Dagli alti soffitti decorati in stile Liberty grossi ventilatori dal corpo in ottone e le pale in legno muovono l'aria, lentamente e senza rumore. Sui muri antiche specchiere in cornici di legno lavorato danno profondità all'ambiente. Un cliente osserva la sua immagine riflessa come a voler cogliere il proprio stupore mentre assapora lo strano, ma ottimo accostamento di gusti di un berry pulav.
Quella degli Irani Café è una storia d'immigrazione che comincia tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. L'India non era una meta nuova per gli iraniani che fuggivano alle persecuzioni, alla povertà o che, semplicemente, viaggiavano in cerca di fortuna. Tra il Gujarat e il Maharastra era fiorita una forte comunità di iraniani di religione zoroastriana, i famosi parsi che, abbandonata l'agricoltura, avevano fatto fortuna nel commercio, fondando industrie come la Tata o aprendo teatri poi convertiti in sale cinematografiche.
Quando l'ultima ondata di iraniani approdò in India alla fine dell'Ottocento, sembrava che non fosse più rimasto lo spazio per nuove imprese commerciali. I nuovi arrivati trovarono impiego presso i ricchi parsi come uomini di fatica e domestici finché, a furia di solleticare i gusti dei loro datori di lavoro con piatti tipici iraniani e di servire il tradizionale tè, il paani kam chai, decisero di investire nella ristorazione.
I primi ad aprire furono semplici negozi d'alimentari che servivano anche tè e prodotti da forno come biscotti, torte e pane. Così fecero breccia subito nei palati degli inglesi, che fino a quel momento erano stati costretti a rivolgersi a prodotti d'importazione per avere biscotti e pane.
In seguito vennero i ristoranti di cucina iraniana che si scoprì essere assolutamente in linea con i gusti e i ritmi indiani.
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Si calcola che negli anni Cinquanta ci fossero più di trecento ristoranti iraniani in tutta Mumbai, localizzati nelle zone più commerciali della città .
Oggi gli Irani Café si stanno estinguendo sotto le pressioni modernizzatrici della città e questo non dipende dal fatto che gli indiani abbiano perso l'appetito per un buon piatto di keema pav o per qualche biscotto appena sfornato inzuppato nel tè iraniano. Gli anziani proprietari dei ristoranti danno la colpa ai figli e ai nipoti che, attratti dalle prospettive di un lavoro all'estero, hanno perso interesse nei confronti dell'attività di famiglia.
Se siete a Mumbai non vi fate sfuggire l'occasione di gustare un pranzo al Britannia o di immergervi in un'atmosfera d'altri tempi in uno degli Irani Café ancora aperti
Per esempio...
Cafe Leopold, Colaba     Â
Paradise Restaurant, Colaba
Jimmy Boy, Fort
Kyani Cafe, Dhobi Talao
B Merwan, Grant Road
Cafe Military, Fort
Koolar and Company, Matunga
Mocambo Cafe, Fort
Cosmopolitan Restaurant, Prarthana Samaj
Cafe Excelsior, Fort
Cafe De La Paix, Girgaum
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Volete saperne di più? Guardate Inheritance of Loss, un film documentario di Saloni Shukla sugli Irani Cafè della metropoli in continua evoluzione.
O provate ad assaporarne l'atmosfera in questa galleria di immagini
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