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La rivoluzione del Bacio

In Kerala per fare una rivoluzione culturale basta un bacio.

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Forse l’atmosfera agli arbori della rivoluzione culturale che nel sessantotto voleva cambiare il mondo e si batteva per il libero amore era simile a quella che si respira qua in Kerala in questi giorni della protesta Kiss of Love?

Domenica 2 novembre il movimento Kiss of Love, contro ogni forma di puritanesimo imposto con la forza, è sceso in piazza a Cochin. L’altra parte del Kerala non sembra però pronta ad aprirsi al cambiamento dei costumi, baci ed effusioni di affetto sono un tabù difficile da smantellare.

Parlando con i ragazzi di Trivandrum e Cochin che supportano il movimento per la libera espressione, si percepisce una forte carica d’idealismo. Sono giovani che hanno ricevuto una buona istruzione e vogliono credere che sia possibile migliorare, modificare la società per accomodare esigenze nuove che le generazioni precedenti non conoscevano. Hanno voglia di spiegare le ali, senza per forza dover lasciare il paese, senza dimenticarsi le proprie radici.
Dall’altra parte della barricata ci sono altri giovani e meno giovani (hindu e musulmani soprattutto) che temono di perdere la propria identità, convinti che i dettami della tradizione debbano essere difesi contro la corruzione (che quasi sempre arriva da occidente).
E poi domenica in strada c’era una folla di curiosi, arrivati per noia nella speranza di vedere qualcosa di diverso, e non mancava nemmeno chi, forse proprio per via della repressione sessuale,  anelava a vedere dei baci appassionati scambiando l’evento per una fiera erotica.  

La manifestazione del Kiss of Love di domenica sera alla fine è andata così: i manifestanti -decisamente in numero inferiore rispetto ai curiosi e agli anti-Kiss of Love- sono stati arrestati prima ancora dell’inizio della manifestazione. Respirando la tensione e temendo il peggio, la polizia ha rinchiuso 50 organizzatori del Kiss of Love prima ancora che scendessero per strada. Nessun oppositore con manganello però è finito dietro le sbarre a scopo preventivo (forse perché erano troppo e decisamente meno pacifici).  Quasi sicuramente gli scontri ci sarebbero stati e qualcuno si sarebbe fatto male.
Qualche manifestante è riuscito comunque a dare il fantomatico bacio (molti sulla guancia) davanti agli occhi della gente raccolta attorno, agli obiettivi delle macchine fotografiche e delle telecamere dei media accorsi numerosi -se navigate un po’ su internet inserendo le parole kiss e kerala potete farvi un’idea della copertura mediatica.

Si direbbe che, almeno per il momento, il Kerala non sia pronto per la libera manifestazione di affetto in pubblico.
C’è però una scintilla  di cambiamento in questo stato caratterizzato da ottimi livelli di alfabetizzazione e al tempo stesso molto conservatore e puritano. E’ un interessante momento storico, con tante forze che si fronteggiano e rischiano di scontrarsi.

La tecnologia fa la sua parte anche in questa rivoluzione: la massima diffusione del movimento è avvenuta via facebook, grazie alla pagina Kiss of Love-creata dopo che un gruppo di vandali aveva devastato una caffetteria alleggiando che favorisse la promiscuità tra gli studenti che la frequentavano.  
Per ora la kiss revolution è stata sedata, ma ci auguriamo che si continuerà a parlarne, speriamo  in un dialogo costruttivo senza scontri e violenza tra chi vede lo stesso mondo in due modi diversi. Da un lato chi crede nella democrazia e nel diritto di scelta individuale (frutto della nuova India globalizzata) e dall’altra sostenitori della tradizione (o di quello che credono essere la tradizione)-  siano essi seguaci dei movimenti di estremismo hindu, musulmani e, soprendentemente, anche giovani del movimento studentesco del Congresso. Il Kerala, non c’è dubbio, stupisce.


Sei incuriosito e vuoi saperne di più? Leggi

Trampling All Over Kerala's "Kiss of Love"

'Kiss of love' movement: They came, dared the mob, did it, The Times of India



 

Crediti

Immagine in copertina per la cortesia di Kiss of Love


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