Domenica 21 giugno il mondo intero celebra lo Yoga, un regalo dell’India all’umanità – definizione di Modi, primo ministro indiano che ha proposto di instituire la giornata mondiale dello yoga lo scorso settembre nel suo primo discorso alle Nazioni Unite. In soli 3 mesi l’ONU ha approvato la menzione e 177 nazioni sponsorizzeranno l’evento di domenica.
Un grande traguardo per l’India, civiltà che ha generato l’idea dello yoga, oggi diffuso in una miriade di forme svariate in tutto il mondo. Un po’ come per la pizza italiana –chiedo venia per il paragone a tutti gli amanti dello yoga- che essendo buona è arrivata in ogni angolo del mondo, assumendo forme, sapori e nomi diversissimi dall’originale napoletana.
Solo che definire cosa sia una pizza è possibile, per lo yoga la questione è alquanto più complessa.
Lo yoga esiste in India da almeno 5000 anni. Nei sigilli di Harappa ci sono figure umane sedute in posizioni simili a quelle dello yoga moderno, i Veda, le Upanishad, il Mahabharata e molti altri testi antichi, ne parlano. Non si può negare che l’India abbia creato lo yoga e lo abbia preservato per secoli, fino ai giorni nostri. Tuttavia ci sono stati tentativi di appropriarsi del termine, della tradizione per fini commerciali, in questa era in cui lo yoga spopola in tutto il mondo ed è diventata una fonte di guadagno (negli Stati Uniti Bikram Chaudhury, indiano-americano, voleva il copyright sui 26 asana della sua scuola).
Sia la popolarità che la facilità con cui nascono nuove forme di yoga si devono al fatto che non esiste uno yoga, una sua definizione. Lo yoga sono tante cose, dai principi filosofici ed esoterici più astratti agli esercizi fisici per perdere peso e restare in forma. Quello che conosciamo noi oggi, lo yoga moderno, ha poco in comune con quello dei testi antichi. ? il frutto di rielaborazioni avvenute negli ultimi 150 anni.
Da sempre, ancora prima di varcare i confini dell’India e diventare un fenomeno di massa globale, in tutte le epoche della storia dell’India, lo yoga è stato preso, adattato e reinventato a seconda delle esigenze di quel contesto, rifancendosi a un’idea preesistente e coniugandola alle condizioni del presente. Proprio per questo la pratica dello yoga è ancora attuale, viva e in buona salute, capace di offrire benessere a persone che vivono in culture e luoghi disparati.
In occidente lo yoga è arrivato grazie a una serie di maestri filosofi e riformisti dell’inizio del novecento. Vivekananda popolarizò l’idea dello yoga in contrapposizione all’egemonia britannica. Lo yoga era per lui una creazione autenticamente indiana e non settaria, un simbolo capace di unire la nazione indiana e di rappresentarla al mondo. Ma il suo era uno yoga teorico, in cui non comparivano gli asana, una parte fondamentale di quasi tutte le forme odierne.
Fu un altro maestro a introdurre le posture yogiche: Krishnamacharya, guru presso il palazzo di Mysore, si recò in Tibet per studiarle (in India erano quasi del tutto scomparse). Lo yoga insegnato dal maestro di Mysore era un eclettico miscuglio di hatha yoga, tradizioni di combattimento e ginnastica del sud dell’India e esercizi della ginnastica inglese. Negli anni cinquanta tre suoi discepoli (tra cui il famoso Iyengar) perfezionarono la tecnica dello yoga della posizioni che si diffuse velocemente in Europa, Stati Uniti e altri paesi del mondo.
Da allora ogni paese, ogni scuola continua ad apportare le proprie modifiche e offrire yoga per tutti i bisogni e i gusti.
In India è impossibile dimenticarsi che domenica sarà la giornata internazionale dello Yoga, da due giorni mi sveglia un messaggio sul cellulare inviato dal ministro dell’ayurveda che mi invita a praticare yoga che “Ti fa sentire attivo, energico e positivo. Vivi la tua vita al massimo del suo potenziale”.
Potete festeggiare anche in Italia, abbondano le iniziative, sicuramente anche vicino a casa vostra (alcune le trovate nel sito dell’ambasciata indiana).
Buono yoga a tutti!
Per approfondire la storia dello Yoga leggete Yoga, Brief History of an Idea di David Gordon White
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