A un Paese che parla 22 lingue, professa sei religioni principali, venera migliaia di dei e segue diversi calendari, può bastare un Capodanno? La domanda è retorica, la risposta potrebbe essere lunga. Dalle montagne al confine con la Cina scendendo verso sud, il primo giorno dell’anno è celebrato con 15 feste diverse, riflesso della cultura locale. Ma il sole è uno, come unica è la luna che con i suoi cicli scandisce le stagioni dell’anno agricolo che sostiene la vita degli indiani. E così i capodanni, feste della rinascita della natura, cadono in sole cinque date e hanno in comune la voglia di lasciarsi alle spalle le sofferenze e i pesi del passato per ricominciare con gioia e speranza, attirando la benevolenza degli dei e scacciando i demoni.
Ecco alcune feste per chi volesse ricominciare l’anno senza aspettare il 31 dicembre.
11 febbraio
Losar in Himachal Pradesh, Uttarkhand, Sikkim, Arunachal e Jammu-Kashmir. La festa è tibetana e si festeggia in India dove ci sono comunità di tibetani. In Ladakh è anticipata di due mesi (quest’anno è stata il 2 gennaio). La festa dura tre giorni. Il culmine è l’ultimo, durante il quale monaci e laici partecipano a danze tradizionali e popolari, accompagnate da abbondante musica e inebriante chhang (una sorta di birra preparata il primo giorno di Losar). Per l’occasione si ridipingono le case e si decorano le pareti con dipinti raffiguranti il sole, simbolo femminile della saggezza e la luna, il metodo.
11 aprile
Secondo il calendario tradizionale hindu l’11 aprile sarà il primo giorno di Chaitra, il mese che porta la primavera. Vuole la leggenda che proprio in questo giorno il dio Brahma iniziò a creare il mondo: prima la terra, poi i giorni, le notti, i mesi e … gli anni.
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Ugadi in Karnataka e Andhra Pradesh .Dopo un’accurata abluzione sacra e le preghiere per propiziare gli dei, si decorano le case con foglie di mango e rangoli (disegni geometrici fatti con polveri colorate). Il menù da festa prevede uno speciale piatto che include sei sapori, dal dolce all’acerbo, che rappresentano tutte le esperienze che l’uomo deve aspettarsi di assaporare nella vita e imparare e digerire, con gusto.
Gadi Paswa in Maharashtra e Goa. Festa che celebra l’arrivo della primavera e la vittoria del bene sul male, sia per opera di Rama che, in tempi meno mitici, del re marathi Shivaji. Un’asta della vittoria, gudi (una sorta di sgargiante bandiera gialla e verde sulla cui cima si fissano foglie di neem mango, ghirlande di fiori, cristalli di zucchero e un vaso metallico capovolto) è esposta sui tetti o davanti agli usci di casa.
Cheti Chand è celebrata dai Sindh in India e Pakistan. � una festa di comunione tra hindu e musulmani, al di là delle distinzioni di credo e casta. Compleanno di Uderolal, considerato un’incarnazione del dio delle acque Varuna, venuto al mondo per insegnare agli uomini l’uguaglianza.
Navreh in Kashmir. Gli hindu della regione preparano un piatto speciale la notte prima della festa in cui sistemano riso, mandorle e altro cibo, sale, fiori, carta e penna, monete, un’immagine divina, un piccolo specchio, un nuovo calendario e dell’erba amara. Poi lo coprono e dormono. La mattina uno dei figli svela per primo il piatto e si assicura che tutti in famiglia posino il loro primo sguardo su di esso prima. Il cibo e le monete rappresentano l’abbondanza e la ricchezza, la penna e la carta la ricerca della conoscenza, lo specchio introspezione, il calendario la transitorietà del creato e l’erba amara (assaporata con le mandorle) le sofferenze che fanno parte della vita così come le gioie.
 14 aprile
Nel 2013 secondo i calendari hindu tradizionali del Tamil Nadu, Assam, Bengala, Manipur, Orissa, Kerala e Punjab, il primo giorno dell’anno sarà il 14 aprile e sarà celebrato con colorate feste.
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Puthandu, in Tamil Nadu, è famoso per le bellissime decorazioni kolam, tracciate per terra con polveri colorate (simili ai rangoli del nord e agli athapoo del Kerala) davanti alle case e nei templi. Il primo rito del giorno è Kanni, aprire gli occhi la mattina e posarli su oggetti di buonauspicio come oro, vestiti nuovi, il nuovo calendario, specchi e cibo. Per l’occasione a Tiruvvadamarudur, vicino a Kumbakonam c’è uno spettacolare festival del carro del tempio: un emorme carro di legno massiccio (ruote comprese) su cui è deposta una minuscola statua divina è trainato a braccia in processione.
Vishu è il nome del capodanno in Kerala. Anche qui la giornata inizia con la propizia visione di Vishukanni un’immagine divina circondata, con molto buon gusto, da altre offerte (preparate la sera e nascoste la notte come in Kashmir). Il colore del giorno è senza dubbio il giallo dei konna, fiori a grappoli che sbocciano in questa stagione e simboleggiano la prosperità , forse perché luccicano come l’oro di cui i keralesi vanno matti.
Vaishak in Punjab, Himachal Pradesh. Tornando a nord un’altra gioiosa festa è quella con cui i Sikh danno il benvenuto all’anno nuovo, a ritmo di tamburi e con le energiche danze bhangra e giddha (predilette da Bollywood). In Italia le feste principali sono a Novellara e Brescia.
Poila Baishakh nel Bengala occidentale (e occidentale- che oggi è il Bangladesh) è un festa dedicata alle sfilate in costume e ai programmi culturali. Ma lo stato famoso per le doti intellettuali tanto quanto per quelle commerciali, festeggia in questo giorno anche la dea della richezza Lakshmi e chiama il dio Ganesh a chiudere l’anno contabile, invitando gli insolventi a farsi avanti con il debito dovuto e un rinfresco di conciliazione.
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4 novembre
Vestu Varas in Gujarat cade il giorno dopo un’altra grande festa: Divali. Così i gujarati continuano a fare festa e mangiare in allegria. Secondo la leggenda in questo giorno il dio Krishna sollevò il monte Govardhan per salvare uomini e bovini da un disastroso nubifragio. Al dio del monte sono offerte preghiere di prima mattina, quindi si brillano i tanto amati fuochi artificiali a salutare l’anno nuovo e l’inizio del raccolto.
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Crediti
Maschera del Cham in copertina e Danza Cham di Mopop
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