44. I pavoni del Rajasthan
Il pavone è un simbolo dell’India, l’uccello nazionale. I colori intensi del piumaggio, l’elegante coda e il canto ne hanno fatto un’icona. Per capirne il fascino chiudete gli occhi e immaginate di trovarvi alle prime luci del mattino sul terrazzo di una casa nella campagna indiana. Se dell’India rurale non avete esperienza seguitemi in Rajasthan: silenzio, aria fresca, il cielo che si fa rosa in contrasto con il blu cobalto della notte che si ritrae. Attorno alberi sparsi dalle foglie sottili, terra gialla disseminata di erba spinosa e cespugli. L’alba vi coglie addormentati sul tetto, dove l’aria fresca notturna ha preso per mano i vostri sogni lungo la via lattea, un fiume tracciato nel cielo nero. A svegliarvi non solo i primi raggi del sole, anche il canto di due pavoni che stanno planando sul muretto della terrazza davanti a voi. I rajasthani dicono che sia una canto d’amore, il più melodioso al mondo. Ed ecco che davanti ai vostri occhi si inscena lo spettacolo meraviglioso di una ruota di piume colorate , con occhi dipinti, indorata dal sole che nasce. Magia. Deve essere stata questa magia a fare del pavone un animale amato in tutta l’India. Secondo la leggenda fu Indra, il dio della pioggia, a donare il prezioso piumaggio all’uccello che con la sua coda lo aveva celato dal demone Ravana, salvandolo. Per questo, si dice, quando iniziano le piogge i pavoni danzano in onore del dio.
Le canzoni folk, le decorazioni delle case e le storie raccontate in Rajasthan sono ricche di pavoni e il fascino dell’uccello ha ispirato i rajput, i valorosi re degli stati principeschi di questa terra, a creare capolavori d’arte nelle proprie dimore.
Altri pavoni famosi si trovano nel City Palace di Jaipur, la capitale dello stato. Più precisamente sulla porta chiamata Porta del pavone. Gli uccelli raffigurati rappresentano una sola stagione, l’autunno e sono dedicati al dio Vishnu. Nello stesso cortile (Pitam Niwas Chowk) ci sono altre tre porte simboleggianti le stagioni e dedicate agli dei. Si passa da qui per entrare nella sala principale del Palazzo, sede di un museo ricco di arazzi e codici miniati. E’ possibile che tra i disegni nei libri troviate raffigurazioni di pavoni, che illustrano forse le gesta del dio Kartikeya, figlio di Shiva che viaggia su un pavone nato da un demone, o di Krishna, spesso ritratto con la sola piuma che gli uccelli in amore lasciano cadere a terra. O potrebbero accompagnare i versi del grande poeta classico Kalidasa che ne ha descritto, in Ritu Samhara, il comportamento nel corso delle stagioni e la gioiosa e mitica danza durante le piogge.
Uscendo dal palazzo, nel cortile con il Mubharak Mahal, se ancora di pavoni volete sentire, chiedete alle donne dei marionettisti al lavoro di cantarvi Moryo, la canzone del pavone- tradizionalmente cantata alla sposa la prima notte di nozze. Il senso delle parole forse non ve lo diranno, ma quasi sicuramente sorrideranno.
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Crediti foto:
 Pavone Indiano di Pictures
Decorazioni del Pitam Niwas e La porta del pavone, di di Molli Mazilu
Mor Chowk: la corte dei pavoni di Pablo Nicolás Taibi Cicare