184. Yatra: My Indian Memory
Una giovane indiana vi guarda con occhi intensi mostrando i minerali che ha in mano, frutto del suo duro lavoro; un ragazzino suona un flauto di legno, lunghe dita ossute e sguardo perso a terra…Le fotografie di Roberto Meazza –artista e fotografo milanese di rara sensibilità - sono un viaggio tra la gente e le vite dell’India, ritraggono persone e paesaggi che l’artista ha immortalato nel corso dei numerosi viaggi tra il 1970 e il 2010. I 70 scatti di Meazza coprono quaranta anni di storia del paese, soffermandosi a descrivere momenti della vita di persone colte nel proprio ambiente. Eppure l’India protagonista della mostra sembra sospesa al di là del tempo, passato e presente irriconoscibili se non per data indicata nelle didascalie. A colpire non sono i cambiamenti, ma le sensazioni, i volti che raccontano vissuti per sempre attuali.
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Il viaggio nella memoria dell’artista milanese vi trasporta in una terra affascinante e vi guida alla scoperta di dettagli rivelanti che potrebbe essere difficile cogliere muovendosi per le strade dell’India dove l’umanità che vi circonda è immane e ogni momento scena di mille piccoli accadimenti. Roberto Meazza è un viaggiatore che osserva il mondo con occhi curiosi e ogni suo scatto ci restituisce l’essenza di un incontro.
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Le fotografie mostrano amore e rispetto per il soggetto. Nella gente, anche povera, Meazza fa risaltare gli aspetti positivi piuttosto che dare corso al banale miserabilismo. La spiritualità indiana, che l’artista ha respirato la sua lunga permanenza nel paese nel corso degli anni, gli ha tramandato il piacere di dare gioia e di raccontarla, il piacere delle piccole cose e il senso di fratellanza.
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La mostra Yatra: My Indian Memory, inaugurata il 9 aprile, è visitabile presso Orienthera di Consolata Visconti instancabile viaggiatrice e appassionata dell'Oriente. Negozio raffinatissimo di artigianato Orientale in via Santa Marta 8/ 10 fino al 10 maggio, da martedì a sabato (10.30-11 / 14.00-19:30).
Crediti
Fotografie per la cortesia di Roberto Meazza