311. Un'isola per il dio Shiva
Per Michelangelo ogni statua è presente nel blocco di marmo da scolpire, nascosta nella pietra, e l’artista non fa altro che “rimuovere” le parti che non fanno parte della figura. Quando ci si trova davanti ai templi-grotta scolpiti nella roccia dagli indiani mezzo millennio fa, la visione del genio italiano si materializza.
Mumbai, grande metropoli e volto dell’India moderna, custodisce nel suo abbraccio uno capolavoro artistico, testimonianza di una civilità secolare raffinata e spirituale. A 11 chilometri dall’Indian Gateway, su un’isola nel Mar Arabico ci sono le Grotte di Elephanta, sito sotto la protezione dell’Unesco e tra i migliori esempi di quanto visionari possano essere gli uomini.
L’isola era conosciuta un tempo come Ghorapuri, la città delle Grotte e fu un importante centro religioso fino al XVII d.C, quando divenne parte dei territori portoghesi e fu ribatezzata l’isola dell’Elefante, per via di una grossa statua di pachiderma posta all’esterno delle grotte tempio –oggi l’elefante si trova nel giardino Jijamata Garden.
Si vede Shiva che regala il Gange al mondo degli uomini, il dio (innamoratissimo) che sposa Parvati, la stessa Parvati che cerca di barare al gioco dei dadi per vincere il marito; Shiva che danza creando l’universo… e tante altre. Ma tra tutte le statue presenti nella grotta la più impressionante è la rappresentazione del dio con tre teste (detta Trimurti… le teste in realtà sarebbero 5 –ma due sono ancora dentro la roccia: una nella parte superiore e una dietro), alta 6 m.
A destra Shiva è giovane e sensuale: rappresenta l’aspetto creativo del dio (simile alla funzione del dio della creazione Brahma della triade hindu). A sinistra è ritratto con baffi e aria fiera, simbolo dell’aspetto distruttivo e in centro sembra immerso in uno stato di contemplazione serena che preserva l’equilibrio dell’universo tra forze positive e negative (come il dio Vishnu della triade).
Elephanta Caves racconta di un tempo in cui Shiva iniziò a essere venerato come unico dio supremo, erano gli albori dei tantrismo shivaita. Racconta di uomini che con scalpelli di metallo diedero corpo e voce a insegnamenti filosofici e misteri spirituali custoditi nel cuore di una collina, celati per secoli in attesa di visionari che sapessero sottrarre la pietra in eccesso per mostrare al umanità la perfezione della creazione.
Informazioni pratiche
Giorno di chiusura: lunedì
Orari: dalle 9 alle 17
Come arrivare: battello dall’imbarchino vicino all’Indian Gate. Il primo battello dalla terra ferma parte alle 9, dall’isola alle 12. L’ultimo battello dall’isola parte alle 17.