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4. Ok il tablet è giusto

Ragazzo indiano con in mano  un tablet, sulla videata una mappa dell\\\'India

I primi tablet sono arrivati sul mercato indiano nel tardo 2010. Quasi nessuno all’epoca immaginava di averne bisogno, solo pochi addetti del settore erano entusiasti e una ristrettissima minoranza li acquistò. A pochi mesi di distanza la situazione è cambiata. Nel corso del 2011 sono aumentate le vendite, anche se i numeri non sono eccezionali (meno di 200.000), ma il tablet nella percezione comune ha smesso di essere un futuristico oggetto di lusso ed è diventato un utile, se non necessario, computer portatile di terza generazione dal prezzo abbordabile.

Alcuni dati sono significativi: il mancato successo commerciale dei grandi marchi, la crescita dell’offerta dei tablet dal costo contenuto e l’attenzione nata verso la loro applicazione nel campo educativo (in particolare per l’alfabetizzazione informatica).
Hanno venduto poco i tablet delle grandi firme dal costo che varia tra le 15000 e le 45000 rupie. Il motivo principale si può ricercare nel prezzo, troppo alto per chi non è convinto di avere davvero bisogno di questo nuovo apparecchio che si colloca a metà strada tra un portatile e uno smartphone. Il secondo fattore all’origine delle scarse vendite potrebbe essere la strategia di marketing che ha puntato su una ristretta fascia di consumatori, già esperti o curiosi di tecnologia, nella speranza che il nuovo concetto di tablet filtrasse automaticamente verso i non addetti. Ma così non è stato: oltre ai blog e ai social media una maggior presenza pubblicitaria sui mass media tradizionali avrebbe forse potuto spingere all’acquisto più persone, non ancora emotivamente coinvolte dalle campagne pubblicitarie sperimentali.

La seconda parte del 2011 ha visto scendere in campo gruppi indiani, e non solo, che hanno risposto all’innovazione tecnologia con rapidità offrendo prodotti a prezzi contenuti. Alla fine dell’anno erano circa una decina le compagnie ad offrire una trentina di modelli dal prezzo compreso tra le 7 alle 15 mila rupie. Le previsioni sono di un 2012 ricco di tablet economici.

 

Il più importante contributo all’impiego educativo dei tablet è stato Aakash Ubislate 7: il tablet più economico al mondo, 3000 rupie (meno di 45 euro) il prezzo intero e 2500 rs quello ridotto per gli studenti. Con il lancio del tablet il 5 ottobre 2011 il governo intendeva promuovere e diffondere la conoscenza informatica e raggiungere anche chi, fino a oggi, non poteva permettersi l’acquisto di un computer.

L’India che crede nello sviluppo economico come strumento per combattere ataviche ineguaglianze sociali deve convertire il vantaggio demografico in riserva di conoscenza, fare acquisire ai lavoratori non specializzati competenze tecniche e informatiche che li rendano competitivi sul mercato internazionale. Aakash, progettato in India e prodotto da Datawind, è un piccolo passo (c’è anche chi sostiene inutile per via della limitatezza e lentezza operativa dell’apparecchio) in questa direzione.

Nelle due settimane dall’apertura delle vendite, sono stati ordinati 1.400.000 Aakash. Così tanti da costringere la Datawind ha aprire tre nuove sedi di produzione (a Cochin, Noida e Hyderabad) e produrre due versioni aggiornate e più commerciabili, Ubislate 7+ e Ubislate 7C (lanciati sul mercato il 26 aprile), per rispondere alle richieste del mercato.
Se la tecnologia può davvero guidare l’umanità verso un mondo migliore il futuro dell’India si prevede roseo e quello dei produttori di tablet prospero.

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