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Credits › Sara Andreis

Namaste, Sara Andreis
La persona che ci aiuta a raccontare l’India, filtrandola attraverso la sua cultura e la sua personalità, si chiama Sara Andreis ed è una donna italiana che vive ormai in pianta stabile a Trivandrum, dove fra le altre cose insegna italiano ai dipendenti di Gruppo Zenit all’interno del Technopark.
Il suo occhio curioso e vivace, sa cogliere elementi di interesse in tutte le cose che vede, che legge, che conosce e che filtra attraverso la lente dei suoi interessi: il teatro e le altre forme di rappresentazione popolare indiane, prime fra tutte le marionette; il suo amore per gli animali, dalla adorata cagnolina italiana di sua sorella, ai gatti indiani che deve sempre cercare di sistemare prima di affrontare i viaggi che ci racconta; l'attenzione alle piccole cose quotidiane che possono trasformare una normale giornata indiana in una meravigliosa avventura o in una caccia al tesoro.
Allora forse, più che dedicarle una normale scheda biografica, è meglio provare a descriverla con le storie che lei ci racconta quando parliamo via skype fra l’India e l’Italia.
Sara è leggera, come la principessa Nautanki che pesava cinque petali di fiori e come lei capace di trasformarsi in guerriera per difendere quello in cui crede.
Come il protagonista di un altro racconto indiano sa offrire momenti di saggezza su piccoli fogli di carta, ma come il leggendario Birbal conosce l’importanza dell’arguzia e sa che ridere può far imparare a vivere.
Sa commuoversi raccontando la storia dell’elefante del tempio Nilakantan, ma anche mantenere il sangue freddo necessario per orientarsi fra gli uffici della burocrazia indiana.
Giorno dopo giorno condivideremo anche con voi tutte le storie di Sara, che in uno dei suoi primi post ci ha insegnato il significato profondo del saluto che ci ha sempre rivolto fin dal primo incontro, e con cui salutiamo anche voi.
Namaste.