194. Tragici record e… happy birthday Cinema Indiano!
Stop ai “safari umani”
E’ fresca di stampa la notizia del boicottaggio del turismo nelle Isole Andamane da parte di Survival International. Secondo quanto diffuso da tmnews.it, il Direttore Generale dell’associazione, Stephen Corry, avrebbe richiesto ai 200.000 viaggiatori che ogni anno si recano nelle Andamane di rinunciare a visitare le isole con l'obiettivo di chiudere ai turisti la Andaman Trunk Road, strada che attraversa la foresta abitata dagli indigeni locali. Survival avrebbe quindi scritto a più di 200 agenzie di viaggio di tutto il mondo per richiedere la sospensione dei tour nelle isole a tutela dei membri della tribù degli Jarawa, da sempre trattati come animali in un parco safari.
Nonostante tali tour siano sempre stati ampiamente condannati –sia in India sia nel resto del mondo- e definiti "riprovevoli" e "imbarazzanti”- il governo delle Andamane non ha mai preso provvedimenti in direzione della creazione di una via di comunicazione alternativa per i turisti, al di fuori del territorio della tribù. Motivo per cui l’azione di boicottaggio di Survival International continuerà fino a quando non sarà posta fine a questa degradante pratica dei "safari umani".
Guinness senza lieto fine
E proseguiamo la rassegna con una triste notizia del corriere.it proveniente dallo stato orientale del West Bengal. Sailendra Nath Roy, 50 anni, stava cercando negli scorsi giorni di migliorare il primato che già deteneva: l'attraversamento per 183 metri di un fiume appeso per i capelli ad un cavo metallico.
Davanti a centinaia di spettatori che gli inviavano grida di incoraggiamento, Roy era pronto per stabilire un nuovo record oltrepassando il fiume Teesta all'altezza del Coronation Bridge. Circa a metà della sua impresa, l’uomo ha però mostrato preoccupanti segni di agitazione, muovendosi in modo scomposto nell'aria, per poi riprendersi e cercare di accelerare affannosamente la sua progressione. All'improvviso, fra le grida della gente, Roy ha smesso di muoversi, rimanendo appeso per i capelli al cavo metallico senza compiere più alcun gesto, vittima di un attacco di cuore.
Cinema Indiano: cento anni e non sentirli!
Infine, leggiamo su lastampa.it che il cinema indiano -ad oggi la più grande industria cinematografica del mondo- compie 100 anni e l’India è pronta a festeggiare. Era infatti il 3 maggio 1913 quando a Mumbai venne presentato per la prima volta un film muto prodotto da D.G. Phalke, noto come “il padre del cinema indiano”. La pellicola d’esordio si intitolava “Raja Harishchandra” e raccontava la leggenda di un re descritta in uno dei libri sacri dell’induismo: fu un grandissimo successo. Allora ancora non si poteva parlare di Bollywood -nomignolo che indica il cinema hindi di Mumbai (antica Bombay) e che è emerso solo negli anni Settanta- ma già si intravedevano le basi di una fiorente industria, che ad oggi sforna oltre mille film all’anno, impiega sei milioni di persone e offre al suo pubblico superstar adorate come delle divinità.
Diversi gli appuntamenti organizzati dal ministero delle Comunicazioni per le celebrazioni dell’importante anniversario (iniziate già un anno fa): festival dedicati alla proiezione di capolavori classici, pianificazione dell’apertura di un Museo Nazionale del Cinema e consegne di onorificenze agli attori che hanno fatto la storia di Bollywood.