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231. Combiniamo?

Una giovane coppia di sposi indiano sul palco decorato per il matrimonio

Uno degli aspetti della cultura indiana che lascia sbalorditi, se non indignati, gli occidentali è il matrimonio combinato. Una promessa di vita assieme tra due estranei (o quasi), due individui che non si sono scelti? A noi sembra una forzatura inumana, contro l’amore, contro i principi di libero arbitrio e realizzazione personale con cui siamo cresciuti. Ma gli indiani non sono cresciuti in Italia.


Qualche anno fa insegnavo in un’università per ragazze benestanti in Rajasthan e per motivarle a parlare italiano proposi un dibattito: matrimonio combinato o matrimonio d’amore? Ebbene nemmeno una studentessa era a favore dell’amore (l’adozione di un cane o di un gatto avrebbe suscitato più discussione…).  Benché sognino l’amore nei film e le canzoni siano spietatamente romantiche quando si viene alla vita reale la maggior parte dei giovani preferisce lasciare la scelta del futuro compagno/a di vita ai genitori, più saggi, più esperti e desiderosi di vederli felici (nel 2012 il 90% dei matrimoni indiani sono stati combinati).
Con l’impegno, i sacrifici-e un po’ di fortuna- l’amore arriverà, con il tempo. Un amore che nasce dall’affetto e dalla condivisione di un progetto: la famiglia. Certo non è facile, soprattutto per la ragazza che si ritrova spesso catapultata a vivere a casa degli suoceri, a cambiare abitudini alimentari, stile di vita, spesso città, e a condividere per la prima volta con un uomo i propri spazi intimi. “Che imbarazzo! Dopo anni in cui mi era stato ripetuto di non dare confidenza agli estranei, di non avvicinarmi ai ragazzi, improvvisamente mi ritrovavo sotto i riflettori, davanti a centinaia di persone, abbracciata da uno sconosciuto con cui avrei condiviso il letto!” mi ha raccontato durante un matrimonio un’amica –ora moglie e madre felice.


Con un po’ di sforzo razionale possiamo tenere a bada i giudizi e capire il perché dell’esistenza del matrimonio combinato e perché funziona –non sempre funziona, naturalmente, come non sempre funziona il matrimonio d’amore . Ma oggi è un giorno grigio, la pesantezza gravida di umidità aleggia nell’aria. Lasciamola fuori dal post, non addentriamoci nell’implicazioni sociali.
Per chi stesse rimuginando che forse in fondo la vita sarebbe più semplice se potessimo lasciare la responsabilità della nostra futura vita famigliare a mani fidate, che l’amore non è tutto poesia ma anche pragmatismo e per chi è semplicemente curioso… ecco a voi direttamente dall’India, con duemila anni di certificata esperienza, come si combina un perfetto matrimonio:


Primo passo: il passaparola
Genitori, parenti e amici durante cerimonie, feste, ricorrenze varie cominciano a spargere la voce di essere alla ricerca di un ragazzo/a per la figlia/o. Il passa parola è ancora un’ottima strategia di comunicazione. Si da per scontato che si abbia a cercare tra persone della stessa religione, casta, classe e lingua (in caso contrario deve essere esplicitamente comunicato, ma non succede quasi mai).


Secondo passo: il curriculum
Ben presto arrivano notizie di possibili partner. Dopo una prima selezione i genitori richiedono maggiori informazioni sui possibili candidati (una sorta di curriculum con i nomi e le storie dei famigliari, la professione e lo stipendio, l’istruzione e, per gli hindu, l’oroscopo che deve combaciare con quello del compagno/a). A occuparsi della raccolta di informazioni è solitamente una persona della famiglia o un parente che funge da mediatore. Oggi ci si avvale anche delle numerose agenzie matrimoniali online e offline. Sempre più comune anche l’assunzione di un investigatore privato –soprattutto qualora una delle famiglie non sia residente in India o abiti lontano.


Terzo passo: la proposta
I genitori del ragazzo, vagliati tutti i curriculum e le informazioni, ne scelgono uno e inoltrano la proposta alla famiglia di lei, che la può accettare o rifiutare restituendo il curriculum in modo discreto.


Quarto passo: incontri ravvicinati
Le due famiglie si incontrano- solitamente senza i futuri sposi presenti- per approfondire la conoscenza e discutere del matrimonio.


Quinto passo: l'incontro
Arriva il grande giorno del primo incontro. In molti film è presentato questo momento in cui la famiglia del ragazzo arriva a casa di lei per “vedere la ragazza”, che compare per ultima  in salotto offrendo del chay ai presenti (vedere i due videoclip comici sul momento, uno uno spot e l'altro tratto da un film malayalam). Durante questo incontro i due giovani sono lasciati per qualche tempo da soli così che possano conoscersi e scambiarsi le aspettative sulla vita futura. Le due famiglie si separano senza che venga presa alcuna decisione.


Sesto passo: la decisione
Se i ragazzi si sono piaciuti e approvano si stabilisce il giorno per il fidanzamento e si da inizio al trambusto della preparazione delle nozze. Seguiranno mesi in cui i promessi sposi possono telefonarsi, chattare e incontrarsi. Nelle famiglie più tradizionali tuttavia i due ragazzi s’incontreranno solamente il giorno del matrimonio. 

Se non si sono piaciuti la ricerca continua…

 

Crediti

First comes marriage, then comes love di Michal Huniewicz

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 2.0 Generic License.

 

 

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