Akbar, il più grande. Un titolo che solitamente era riservato a Dio, ma che è diventato il nome di regno di questo sovrano musulmano salito al trono a soli 13 anni, e che regnò fino al 1605 segnando profondamente la storia, il costume e le arti del territorio da lui controllato, corrispondente all’ attuale Uttar Pradesh.
A lui è dedicata una mostra, che prosegue fino al prossimo 3 febbraio, nel Museo della Fondazione Roma, ma mentre la città eterna stando al proverbio non fu costruita in un giorno, Akbar riuscì nei suoi circa cinquant’anni di regno a costruire ben quindici nuove città .
In quella che scelse per lungo tempo come sua residenza, Fatehpur Shikri ogni giovedì l’imperatore era solito discutere di fede e dei problemi ultimi di ogni uomo con musulmani, hindu, jainisti, zoroastriani e cristiani: nel suo regno, dove era abolito ogni dogmatismo religioso, tutti questi credo riuscivano a convivere e a dialogare.
Certo, c’era bisogno di distinguersi e di riconoscersi per sapere a chi ci si stava rivolgendo: così per esempio il
Jama, vestito indossato da chi frequentava la corte, era fissato da un fermaglio sul lato sinistro per gli hindu, sul lato destro per gli ospiti di confessione islamica. E sotto il jama, questa la traduzione letterale del nome , si indossava un paio di pantaloni flosci fissati alla caviglia da due elegantissime perle: il
Pai Jama, che sicuramente vi ricorderà qualcosa.
Akbar era un grande diplomatico, e sapeva utilizzare come nessun altro quelle che oggi sarebbero chiamate “pubbliche relazioni”: con i signori che controllavano i suoi territori era solito intrattenere grandi cacce dove si faceva ospitare con il suo imponente seguito di soldati, cavalli, elefanti... uno sfoggio di magnificenza che, per inciso, serviva anche a far capire agli ospiti che se solo avesse voluto avrebbe potuto invaderli con forze molte volte maggiori.
Meravigliose scene di caccia sono esposte, fra mille altre meraviglie, nelle sale del museo a dimostrazione di come sotto il regno di Akbar fossero fiorite le arti, la letteratura e la poesia sebbene l’imperatore fosse analfabeta.
Fra gli eventi collaterali della mostra, oltre a un ciclo di conferenze dedicata alla religione, alla cultura e alle arti sotto il regno di Akbar, un interessante
festival cinematografico dedicato a Bollywood, che nel 2008 ha celebrato la gloria di questo sovrano con il film
Jodhaa Akbar di cui vi proponiamo
il trailer.
Crediti
Foto in copertina da
Fatehpur Sikri di Cyril Bèle
Caccia moghul di Painters of Babur
con licenzaÂ